Addio rinnovo codice privacy dei giornalisti: il Garante ha ragione ma renda pubblici gli atti della consultazione

Roma, 3 aprile 2014 – “Condividiamo lo stupore e il rammarico del Presidente Antonello Soro, rispetto alla posizione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti contraria all’aggiornamento del Codice di deontologia privacy dei giornalisti risalente all’ormai lontano e poco digitalizzato 1998. In 15 anni, con la nascita di un’informazione digitale estremamente variegata e partecipata dagli utenti, e con l’evoluzione del giornalismo televisivo, il mondo dell’informazione è cambiato moltissimo: l’aggiornamento delle regole deontologiche era giusto e necessario. Il timore che si finisse col limitare l’autonomia professionale dei giornalisti non aveva il minimo fondamento. Così facendo, si costringe il Garante a continuare a supplire in via interpretativa alla obsolescenza delle regole. E le regole sono sempre meno certe e sempre più inadeguate”.
Così, gli avvocati Luca Bolognini e Diego Fulco, rispettivamente Presidente e Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, commentano la richiesta dell’Ordine dei giornalisti, accettata dal Garante, di ritirare il nuovo codice di deontologia privacy per l’attività giornalistica. “Chiediamo però al Garante un gesto conseguente e forte, all’insegna della chiarezza del dibattito che ha portato a questa inedita marcia indietro: rendere pubbliche le proposte di modifica che sono state fatte durante la consultazione del 2013. Non è mai accaduto, ma sarebbe un gesto di trasparenza e rispetto nei confronti di coloro che hanno partecipato alla consultazione pubblica. E aiuterebbe tutti a capire qual era, in concreto, l’aspettativa di cambiamento che veniva dalla società e dalle sue espressioni associative”.

Qui la lettera del Garante: http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3028812