SENTENZA GOOGLE, ISTITUTO PRIVACY: TEMA COMPLESSO, LA PROTEZIONE DEI DATI NON E’ ILLIBERALE

SENTENZA GOOGLE, ISTITUTO PRIVACY: TEMA COMPLESSO, LA PROTEZIONE DEI DATI NON E’ ILLIBERALE

Roma, 24 febbraio 2010 – “E’ del tutto comprensibile lo sconcerto generato dalla sentenza del Tribunale di Milano contro i tre dirigenti Google, nel caso della ignobile diffusione su Internet delle immagini di una giovane vittima di atti di bullismo, ma al tempo stesso non bisogna indulgere in facili giudizi” spiega Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy. “In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, infatti, sembra comunque essere stata introdotta dal giudice monocratico una distinzione sostanziale tra i gestori di contenuti on line, come i motori di ricerca o i social networks anche stranieri, e gli altri provider di comunicazione o di hosting, ravvisando in capo ai primi la titolarità del trattamento di dati e quindi responsabilità penali per omissione di cautele previste nel codice privacy. E’ una decisione interessante, da studiare”.

L’avvocato Rocco Panetta, membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Privacy, aggiunge: “La lettura delle motivazioni della sentenza sarà di certo illuminante. Non credo tuttavia nella illiberalità delle norme italiane sulla circolazione dei dati personali nè su quelle del commercio elettronico, entrambe basate su direttive comunitarie applicate in tutti i Paesi dell’UE. E’ certo poi che nel caso concreto non si tratta di un problema di violazione della riservatezza, quanto piuttosto di correttezza e liceità nel trattamento dei dati. Si pone urgente una istanza di responsabilizzazione del sistema e di corretta applicazione delle regole vigenti. Quanto alla vicenda concreta, in attesa delle motivazioni, voglio esprimere la massima solidarietà a tutti i soggetti coinvolti”.