04 Gen Privacy, Il Governo modifica l’apparato sanzionatorio del Codice
E’ una vera e propria riforma dell’apparato sanzionatorio del Codice Privacy quella varata dal Governo nel decreto cd. “Milleproroghe”. Un intervento incisivo e mirato che sembra riconducibile a due linee guida: inasprimento delle sanzioni amministrative ed estensione dell’area degli illeciti penali.
A riprova del suddetto inasprimento si consideri che vengono raddoppiati i valori edittali minimi e massimi delle sanzioni amministrative previste a fronte delle principali violazioni contemplate dal Codice Privacy, quali l’omessa e inidonea informativa all’interessato, la cessione di dati personali per scopi diversi da quelli per i quali furono raccolti, la comunicazione di dati idonei a rivelare lo stato di salute dell’interessato a soggetti non indicati dalla legge o senza il tramite di un medico designato dall’interessato.
Sul lato dell’estensione delle sanzioni amministrative va annotata la generalizzazione della sanzione accessoria della pubblicazione in uno o più quotidiani dell’ordinanza-ingiunzione di pagamento, nonché l’aggiunta all’articolo 162 del codice dei novellati commi 2-bis e 2-ter. Queste due disposizioni comminano l’applicazione in ogni caso di elevate sanzioni amministrative a fronte di trattamento illecito di dati, violazione delle disposizioni prescritte dal Garante in tema di trattamento e trattamento di dati in violazione delle misure minime di sicurezza. Per quest’ultima fattispecie è inoltre soppressa l’alternatività tra ammenda e arresto sul piano penale, dimodoché tale illecito resta punito con il solo arresto fino a due anni oltre che con la sanzione amministrativa menzionata.
Infine, è stato introdotto l’articolo 164-bis e con esso un sistema di attenuanti e aggravanti generiche che consentono la riduzione o l’inasprimento delle sanzioni edittali a seconda di una valutazione di gravità caso per caso delle fattispecie rilevanti.