GOOGLE: bene la privacy in homepage, ma non basta

GOOGLE: bene la privacy in homepage, ma non basta

L’Istituto Italiano per la Privacy commenta con prudente e critico favore la decisione di Google di posizionare, finalmente, il richiamo all’informativa privacy in fondo all’homepage. “Informare è la prima cosa, quindi bene questa apertura, ma così non può bastare” spiega Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, “perché la sola parola “Privacy” non si può considerare un’informativa sintetica con rinvio ex art. 13 del D.Lgs 196/2003.
Il limite di 28 parole presenti nella homepage di Google, come stabilito dai fondatori, è certo un vantaggio per la snellezza e l’usabilità del sito, ma non sembra sufficiente per consentire all’utente di scegliere in ogni momento quale trattamento accettare sulla base di informazioni chiare.
Questo non significa introdurre una richiesta di consenso per ciascuna query – che renderebbe l’utilizzo del motore macchinoso e quasi impossibile – ma ampliare le informative sì. E’ vero che di un utente non registrato il motore di ricerca va normalmente a trattare solamente dati numerici e non anagrafici: ma siamo certi che gli indirizzi ip, conservati per ben 18 mesi insieme con i contenuti delle ricerche effettuate, non siano dati personali? Siamo convinti che i cookies e i file di log non permettano, seppur attraverso complessi procedimenti di matching e di recupero, l’identificabilità dell’utente finale? E quindi, in sostanza, siamo o non siamo di fronte a trattamenti di dati personali? Se questi dubbi si riveleranno fondati, allora un’informativa breve ma immediata sarà un po’ meno snella e tuttavia necessaria”.