La newsletter del Presidente IIP del 22 febbraio 2017

Care Amiche e cari Amici dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati,

vi segnalo subito alcuni prossimi appuntamenti che mi/ci vedranno relatori in giro per l’Italia, così “save the date”:

1. Data Driven Innovation, a Roma il 24 febbraio 2017, dove parlerò di BIG DAD. Curiosi? Venite http://2017.datadriveninnovation.org/

2. Il Regolamento Privacy Europeo, convegno a Padova il 2 marzo 2017, in cui presenteremo anche il nostro volume Giuffrè https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-regolamento-privacy-europeo-nuovi-obblighi-e-strategie-di-adeguamento-32253413829

3. Il 7 marzo mattina terremo un seminario di approfondimento sul tema dell’età del consenso dei minori alla luce del GDPR, a Roma alla Camera dei Deputati (pochissimi posti, per dettagli info@istitutoprivacy.it)

4. Sempre il 7 marzo, ma nel pomeriggio a Bologna, parlerò di regolamento privacy europeo a un convegno organizzato da Sicureco (per dettagli, eventi@sicureconet81.com)

5. L’8 marzo 2017, invece, parlerò di compliance e Regolamento privacy UE al seminario Paradigma di Milano http://www.paradigma.it/corsi_formazione_manageriale_seminari_convegni.asp?page=1&idCorso=742

Nella prossima newsletter vi segnalerò ulteriori appuntamenti, come ad esempio la LexFest 2017 a Cividale del Friuli dell’11-12 marzo (www.lexfest.it). Ne parleremo.

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In queste settimane, si discute molto di parole ostili, hate speech, cyberbullismo on line e altri ameni orrori veicolati sulla Rete. Condivido a voce alta qualche pensiero, in breve, sul punto. Ho letto di autorità ed esperti illuminati che auspicano, per risolvere l’odioso problema della violenza verbale on line, l’eliminazione di qualsiasi anonimato sul web. Molto bene. E’ davvero essenziale cancellare ogni possibilità di rimanere anonimi su Internet; di più, dobbiamo fare in modo che sui social network navighino solo adulti – no minorenni – e unicamente se abilitati con una sorta di patentino rilasciato da un ente di certificazione o da un’autorità pubblica. E’ poi cruciale fare in modo che tutte le comunicazioni telematiche tra utenti siano previamente intercettate, o meglio, più soft, analizzate e tracciate da software gestiti da autorità pubbliche competenti (che sono per definizione buone) per scongiurare la trasmissione di contenuti lesivi o pericolosi. Tutti i fornitori di servizi della società dell’informazione (compresi i social network e i motori di ricerca) dovrebbero rimuovere e censurare contenuti lesivi e non graditi dagli interessati a cui si riferiscono i dati o i giudizi veicolati, a semplice richiesta degli stessi, entro massimo trenta minuti.

Altre buone idee? Stavo pensando ad una notificazione obbligatoria preventiva ad una qualche autorità indipendente prima di poter caricare contenuti sul web.

Naturalmente, qui sopra scherzavo e non poco. Ma il tema è serissimo. Viva la privacy, viva la libertà anche on line. Il problema della prevenzione, dell’accertamento e della repressione dei reati commessi on line è complesso: servono regole e procedure più efficienti ed efficaci, questo è indubbio perché di violazioni privacy e di offese e minacce si muore, ma pensare di risolvere il dilemma “securizzando” e “recintando” le nostre libertà digitali (di espressione, di accesso alle informazioni e loro condivisione, di critica, ecc.) chiudendo i rubinetti della Rete e togliendoci ossigeno privato, per parafrasare Talleyrand o Fouché, sarebbe peggio di un delitto, sarebbe un errore.

Alla prossima news, cari saluti,

Luca Bolognini
luca@lucabolognini.it