Roma 31 gennaio 2011 Tele-marketing, arriva l’opt out. Istituto Italiano per la Privacy: ora si educhino utenti e imprese

L’Istituto Italiano per la Privacy, in occasione dell’entrata in vigore del Registro delle Opposizioni, organizza a Roma, a Palazzo dell’Informazione il 2 febbraio, il convegno “La nuova normativa privacy per il tele-marketing – Cosa cambia dal 1 febbraio 2011” per lanciare una campagna di educazione di aziende e consumatori.

Dopo una lunga transizione, per il tele-marketing con operatore su numerazioni presenti negli elenchi telefonici, si compie il passaggio dal sistema dell’ opt-in (obbligo per le aziende di avere il consenso da parte dei clienti prima di inviare le comunicazioni commerciali) a quello dell’ opt-out (opposizione preventiva da parte di chi non vuole essere disturbato) tramite iscrizione al registro delle Opposizioni, operativo dal 1 febbraio 2011.

“La riforma del tele-marketing – sostiene Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto – segna un importante passo per la disciplina privacy: più tutele per gli utenti da un lato, e maggiori libertà di mercato dall’altro. E’ la dimostrazione che la protezione dei dati personali può andare di pari passo con la concorrenza. Attenzione, però: la normativa da sola non basta. Bisogna rendere effettiva la campagna di educazione dei consumatori per spiegare loro come esercitare i propri diritti. A questo scopo, l’Istituto Italiano per la Privacy ha prodotto un opuscolo-guida, intitolato “Se mi chiami non vale”, che verrà presentato il 2 febbraio nell’ambito dell’importante convegno sul tema della riforma, e poi distribuito in tutta Italia.”
Bolognini aggiunge: “Chiediamo inoltre agli operatori del tele-marketing la massima cautela: è vero che la riforma non introduce orari vietati per le chiamate promozionali, ma esortiamo tutte le aziende al rispetto degli abbonati e all’autodisciplina, evitando di telefonare negli orari di pranzo e cena o serali, per esempio. Infine, un appello accorato alle imprese: per come è scritta la norma, nei primi 15 giorni dal via l’iscrizione dell’utente nel registro delle opposizioni non avrà effetto, dunque chiediamo un gesto di responsabilità agli operatori: fino al 15 febbraio non telefonate agli abbonati i cui numeri sono pubblicati negli elenchi. La correttezza può fare la differenza”.