STRATEGIA UE, ISTITUTO PRIVACY: BENE L’OBLIO, MA SI GARANTISCA ANCHE IL DIRITTO AD APPARIRE

STRATEGIA UE, ISTITUTO PRIVACY: BENE L’OBLIO, MA SI GARANTISCA ANCHE IL DIRITTO AD APPARIRE

Roma, 4 novembre 2010 – Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, plaude alla strategia della Commissione Europea (si veda la dichiarazione http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/1462&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en), che presenterà nel 2011 una proposta articolata di modifica delle Direttive sulla protezione dei dati personali e sulla conservazione dei dati per repressione dei reati.
“Si tratta di intenti preziosi, che evidentemente tengono conto di quanto rappresentato dagli stakeholders alla Commissione in questi mesi. Meno burocrazia per le imprese ma più attenzione al rispetto effettivo degli utenti. Il diritto all’oblio, per esempio, è un traguardo indispensabile da raggiungere su internet, e si spera che le nuove norme potranno avere un impatto concreto, a livello non solo europeo ma globale. Una legislazione privacy comunitaria non burocratica ma ostile alle pratiche sleali di operatori extra-UE potrebbe infatti convertirli ad un maggior rispetto degli utenti e dei loro diritti di vedere rimosse informazioni lesive o superflue sul proprio conto. I casi giudiziari di questi mesi hanno dimostrato che l’Europa è un mercato che sta a cuore dei colossi ICT internazionali e che dover abbandonare, per mera negligenza, il territorio europeo potrebbe non convenire nemmeno a loro”.
Bolognini però aggiunge: “Confidiamo, tuttavia, nel fatto che la Commissione non si concentri solo sui diritti negativi, di non comparire, che vanno riconosciuti e resi effettivi per chi naviga on line, ma proponga innovazioni delle Direttive anche per garantire diritti positivi: per esempio, il diritto di recuperare i propri dati on line, quello di non vedersi cancellare di colpo il profilo su un social network e quello di sapere con esattezza quali siano i criteri di indicizzazione delle informazioni adottati dai motori di ricerca. Insomma, non di solo oblio si dovrebbe parlare: i cittadini digitali hanno anche il diritto a vedere comparire bene, correttamente, senza soprusi e senza bavagli od opacità, i dati che li riguardano”.