TELEMARKETING, ISTITUTO PRIVACY: NO ALLARMISMI, BENE LA RIFORMA

TELEMARKETING, ISTITUTO PRIVACY: NO ALLARMISMI, BENE LA RIFORMA

AdnKronos – Roma, 28 ottobre 2009 – Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, interviene nel dibattito sul telemarketing e promuove quasi in toto l’emendamento presentato dal Sen. Malan ora in discussione al Senato. “Chi grida allo scandalo evidentemente non conosce bene la materia. Per fortuna, ci sono importanti associazioni di consumatori che invece hanno capito il valore della proposta di legge, che bilancia diritti, ricerca soluzioni amiche della privacy e si fonda in buona parte sugli studi giuridici dell’IIP. In armonia con la Direttiva 2002/58/Ce, è infatti possibile che anche l’Italia, finalmente, aderisca ad un sistema insieme più liberale e più garantista, come già hanno fatto diversi Paesi europei o, ad esempio, gli USA. Di cosa si tratta? Di passare dalla vigente regola di “opt-in”, tanto severa quanto inefficace (che oggi impone il consenso preventivo dell’utente prima di poter fare telefonate promozionali e che chiude il mercato senza peraltro dare ai cittadini la certezza di non essere disturbati) a quella di “opt-out con Robinson List”, che consente di chiamare gli abbonati presenti negli elenchi a meno che questi non iscrivano il proprio numero in un registro pubblico negativo, avendo la garanzia di non essere più contattati. L’attuale normativa avrebbe la presunzione di tutelare meglio gli utenti, ma la realtà è che tutti riceviamo telefonate moleste e non sappiamo come difenderci: mentre la riforma aprirà opportunità di mercato ma fornirà al contempo una protezione concreta e certa della riservatezza dei cittadini.”

E Bolognini aggiunge: “Sono però, a nostro parere, giuste e preziose le critiche di quanti osservano le imperfezioni della proposta oggi in discussione e lavorano perché la riforma assuma connotati i più corretti e bilanciati possibile. Per esempio, non ci piace l’idea che venga nuovamente prorogata la norma del vecchio Milleproroghe, contro il quale avemmo già modo di esprimerci in passato. Chiediamo invece che l’istituzione del registro negativo sia fatta immediatamente, senza complessi e lunghi giri burocratici. Inoltre, auspichiamo una maggiore apertura del dibattito parlamentare (che coinvolga in primis l’autorità Garante) nel caso specifico e in futuro, per assicurare il sereno approfondimento di temi così importanti, come quando si parla di modifiche al Codice Privacy”.

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Di seguito, la nostra comunicazione inviata in risposta al comunicato di MDC contenente alcune informazioni non corrette e incomplete, da loro veicolato successivamente al nostro, nel pomeriggio di mercoledì 28 ottobre 2009:

“La presente per esercitare il diritto di rettifica in merito a quanto si trova dichiarato, erroneamente, in tale comunicato (con richiesta di pubblicazione in calce allo stesso): [segue link al comunicato].

In primo luogo, non siamo “sedicenti”, siamo invece un’associazione nota a livello nazionale ed europeo, attiva dal 2008 come centro studi e composta da avvocati esperti e da competenti studiosi della materia privacy: quella è dunque una definizione, come minimo, non corretta e che certo non ci si aspettavamo da parte di, sempre apprezzati, rappresentanti dei consumatori. Avere idee diverse non dovrebbe mai portare ad usare toni di tale genere, a nostro parere.

Secondo, non vogliamo assolutamente “far credere” che la maggior parte delle associazioni dei consumatori approvino l’idea di una riforma verso l’opt-out con robinson list nel telemarketing. Tuttavia nel nostro comunicato tenevamo obiettivamente conto del fatto che, per esempio, ALTROCONSUMO – che è un’importante associazione dei consumatori – ha espresso favore per la proposta di introdurre l’opt-out con robinson list in Italia (http://www.altroconsumo.it/cittadini-e-pubblica-amministrazione/voto-al-senato-su-telemarketing-e-privacy-altroconsumo-si-alle-liste-di-chi-non-vuol-essere-contattato-s258853.htm o http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=25282). Quanto a FEDERCONSUMATORI, da un’agenzia AGI del 3 luglio 2009, risultava che avesse mostrato una chiara apertura verso l’esigenza di nuove regole per il telemarketing e per l’idea liberale di registro pubblico. Prendiamo atto che quella notizia non era esatta, o che c’è stato un mutamento di opinione.

Quanto alle nostre critiche riferite a chi “grida allo scandalo”, contenute nel nostro comunicato, non ci riferivamo naturalmente alle dichiarazioni delle associazioni dei consumatori, le quali – favorevoli o contrarie alla proposta di riforma, in generale e/o al testo presentato in Senato – sono indiscutibilmente in grado di portare sempre critiche intelligenti e costruttive nel dibattito comune e alle quali siamo grati, come cittadini-consumatori, per il lavoro da loro quotidianamente svolto.
Grazie dell’attenzione.

Istituto Italiano per la Privacy”