02 Lug USA-UE, in gioco la libertà e la dignità delle persone
Sale e si intensifica il contrasto tra le politiche di sicurezza degli stati e i diritti fondamentali alla privacy dei cittadini: USA e UE stanno trattando da un anno e mezzo su questo tema, e contano di arrivare entro il 2008 a sottoscrivere un accordo vincolante che consentirà lo scambio reciproco di dati e informazioni – anche sensibili – sulle persone in viaggio tra i due continenti.
Dall’accordo, dovrebbe emergere la possibilità per gli stati europei di comunicare agli USA (e viceversa) i dati dei propri cittadini, anche riguardanti le convinzioni religiose, politiche, i gusti sessuali e le storie di viaggio, le informazioni sanitarie, finanziarie e addirittura le abitudini di navigazione on-line. Insomma, ci ritroveremo con governi stranieri – in particolare, quello americano – detentori di delicatissime conoscenze sulle nostre vite.
“Il problema è complesso”, spiega Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, “Primo, chi garantirà il cittadino europeo in caso di violazioni o inesattezze nel trattamento dei dati da parte degli USA? Questi, infatti, non sono dotati di autorità garante per la privacy, come invece accade in UE, e nell’accordo non si parla di una sua istituzione. Secondo, in caso di illeciti trattamenti, potrà il cittadino europeo ricorrere alle corti USA per farsi risarcire eventuali danni da quel governo? Terzo, nell’attuale bozza di accordo si prevede che i dati sensibili non potranno essere trasmessi se nel paese di destinazione le leggi non forniranno adeguate garanzie: cosa significa l’aggettivo “adeguate”? Chi giudicherà tale adeguatezza, i governi stessi interessati ad ottenere i dati o quelli di origine? Quarto, chi monitorerà e poi comunicherà ai governi le abitudini di navigazione on line dei cittadini? Forse i grandi motori di ricerca e gli internet service provider privati? Quinto, quali misure tecniche e procedure di sicurezza sono sancite dal trattato per la conservazione e l’utilizzo di queste enormi banche dati?”
E Bolognini aggiunge: “In nome della giusta lotta al terrorismo, si rischia tuttavia ancora una volta di comprimere i diritti umani (alla privacy, certamente, ma anche ad altre forme di libertà in conseguenza di trattamenti scorretti delle informazioni sensibili sul nostro conto). La UE ha la forza politica ed economica per non condurre da contraente debole questa trattativa: ci sono in gioco la libertà e la dignità di milioni di europei per bene, da tutelare con la massima trasparenza e responsabilità.”