Istituto Privacy sui ROM: ascoltiamo il Garante e la UE

Istituto Privacy sui ROM: ascoltiamo il Garante e la UE

“Sulle impronte dei minori ROM, mi auguro che il Ministro degli Interni ascolti il Garante privacy e l’Unione Europea”. E’ quanto sottolinea l’avvocato Diego Fulco, Direttore dell’Istituto Italiano per la Privacy. “Per banche dati come queste, il rischio non è legato all’uso legittimo che ne fanno le Forze dell’Ordine, ma a utilizzi impropri da parte di funzionari infedeli o a furti di dati da parte di minoranze estremiste. Ma guardiamo più lontano: privacy significa dignità, parità di trattamento davanti alla legge. Lo dice l’articolo 2 del codice privacy in vigore (D.Lgs. 196/2003), che traduce un principio costituzionale. Nella comunità ROM è frequente l’induzione dei figli all’accattonaggio o al furto, ma in parecchie città italiane ci sono minorenni italiani che scippano. Perché raccogliere le impronte dei bimbi ROM anche se non hanno fatto niente, e non dei baby delinquenti italiani? Non è solo un problema di ordine pubblico, anche sui giornali negli ultimi tempi c’è un calo di attenzione: quando pubblicano la foto di un minore italiano che ha commesso uno stupro, coprono il volto; se fanno un reportage sui ROM, mettono le foto dei bambini in versione integrale.”